La maggiorana è coltivata per usi medicinali industriali. Di questa pianta si usano le sommità fiorite lasciate essiccare: si tagliano i rametti e, legati a mazzi si appendono all’ombra in un posto ventilato, poi si conservano in sacchetti di carta.
Si usa conservare separatamente le sole foglie (maggiorana monda) o le sole infiorescenze (maggiorana bulla), in barattoli di vetro.
Molto ricca di vitamina C, contiene olio essenziale, tannini, acido rosmarinico, sostanza amara.
È una pianta sostanzialmente aromatica, amara, antispasmodica, espettorante e sedativa. I contenuti della maggiorana sono simili a quelli dell’origano.
Gli antichi medici greci utilizzavano la maggiorana per curare i dolori articolari e muscolari. Più tardi i Romani attribuirono alla pianta la facoltà di guarire le contusioni, trattare i dolori mestruali, sistemare lo stomaco e guarire la congiuntivite oculare.
Attualmente, alla luce di approfonditi studi effettuati dalla scienza medica, alla maggiorana vengono attribuite essenzialmente proprietà digestive, antierpetiche e antispasmodiche per i crampi mestruali.
È provato infatti che l’infuso di maggiorana, o la tintura madre, producano un potente effetto calmante sullo stomaco e sulle pareti uterine contro i dolori di tipo mestruale.
La maggiorana determina anche un’azione stimolante sul sistema immunitario e in particolare sulle infezioni dell’apparato respiratorio, quindi si rivela un ottimo rimedio per la cura di raffreddore e bronchiti. La maggiorana giova inoltre nella cura dell’insonnia.